Cenni storici
La pietra di Sarnico è una pietra intimamente legata alla storia del territorio bergamasco. È forse quella tra le più conosciute e utilizzate sin dai tempi antichi, nelle molteplici sfaccettature della vita socio-economica del territorio, e ne ha influenzato dinamiche di sviluppo territoriale e socio-culturale.
Si è formata nel Cretacico superiore, quando la zona orobica era sommersa dalle acque del Bacino Lombardo, in seguito allo scivolamento ed al trasporto in mare di sedimenti terrigeni detti torbiditi.
Testimonianze certe dell’uso di questa pietra si trovano in alcune opere datate XII e XIII secolo: nella chiesa del Monastero cluniacense alla Madonna, situato in Comune di Sarnico, è ben conservata un’urna sepolcrale datata 1100 d.C.
Dati storici disponibili ne indicano una diffusione nell’edilizia tra il XIII ed il XIV secolo e risalgono al Cinquecento i primi documenti ed atti notarili riferiti alla costruzione di edifici in pietra. Le tracce di un utilizzo nell’antichità vanno evidentemente oltre il Sebino ed abbracciano buona parte della provincia di Bergamo e oltre, ben evidenti nei monumenti più importanti. Si pensi a Bergamo Alta, dove è sempre stato abbondante l'impiego dell'arenaria soprattutto nel Medioevo nella realizzazione dei monumenti e delle case; basti pensare ai conci delle chiese di Santa Maria Maggiore e di Sant’Agostino, il Palazzo della Ragione e la torre del Gombito.
Nel XV secolo fu importante la richiesta di arenaria di Sarnico da parte di famiglie nobili lombarde per la costruzione e la decorazione di ville: gli scalpellini, addetti alla coltivazione e lavorazione, indicavano come la “turchina” fosse l’arenaria di maggiore valore tra le pietre lombarde e toscane.
A partire dall’Ottocento fu ampliamente utilizzata anche per la realizzazione di pavimentazioni ed elementi decorativi per interni ed esterni.
Il favore che ha incontrato la pietra di Sarnico nei secoli passati non è spiegabile solo con la diffusione geografica e la facile reperibilità locale del materiale, ma è probabilmente dovuta a molteplici fattori legati a caratteristiche del tutto peculiari di una pietra a tutti gli effetti ornamentale.
La facile lavorabilità, la possibilità di reperire in affioramento corsi potenti, tali da ottenere manufatti impegnativi nelle dimensioni e al contempo esteticamente significativi nella cortina edilizia, sono alla base della larga diffusione della pietra.
Si pensi ad esempio alla realizzazione delle classiche colonne in arenaria, alle spallette per le finestre, archi e chiavi di volta per i portali, elementi non secondari caratterizzanti la cortina edilizia della bergamasca.
Non ultime, le proprietà fisico-meccaniche del materiale lo caratterizzano come roccia dalla buona resistenza. Il fattore estetico è di gran rilievo: l’omogeneità all’aspetto e la colorazione dai toni variabili tra il grigio e il grigio-azzurro e talora la presenza di sfumature grigio-nocciola ne fanno un materiale dal carattere elegante ed austero allo stesso tempo.